OMAGGIO A EMIDIO GRECO ● L’INVENZIONE DI MOREL

Start date
25 March 2013
Data di fine
25 March 2013
Category
    Archivio
Status
Ended

OMAGGIO A EMIDIO GRECO – L’INVENZIONE DI MOREL

In occasione dell’uscita in DVD de L’invenzione di Morel, RIPLEY’S FILM rende omaggio a Emidio Greco, recentemente scomparso, con la proiezione del film, sua opera prima presentata al Festival di Cannes nel 1974 e diventata da subito un classico del genere Fantasy.

Durante la presentazione verranno proiettati estratti della sua ultima intervista a cura di Stefano Francia, rilasciata appositamente per il DVD del film lo scorso novembre, e interverranno studiosi e amici per ricordare il regista e l’uomo Emidio Greco.

L’invenzione di Morel
regia di Emidio Greco
con Giulio Brogi, John Steiner, Anna Karina
Italia, 1974, fantastico, colore, 107′

Morel ha inventato una macchina per registrare e proiettare immagini olografe, che non sono distinguibili dalle persone reali e dalle loro azioni, e che ripetono all’infinito, negli anni Settanta, gli eventi di un weekend degli anni Venti. Il protagonista si imbatte in queste proiezioni, stabilisce un rapporto emotivo con i simulacri degli anni Venti (che naturalmente non possono rispondergli) e riattiva la macchina di Morel, per proiettare la propria immagine fra quelle già registrate. Scopre tuttavia che l’immagine fabbricata si nutre della sua stessa sostanza fisica, la quale comincia, orrendamente, a sgretolarsi… Il messaggio simbolico, relativo alla stessa esperienza cinematografica, di questo racconto del terrore è inequivocabile. L’invenzione di Morel, un lavoro che appartiene a quello che Gene Youngblood chiama “cinema amplificato”, si collega nell’intento autoriflessivo a storie di voyeurismo, quali Mad Love di Freund, La finestra sul cortile (1954) e Psycho di Hitchcock, L’occhio che uccide (1959) di Powell, Il killer di Satana (1967) di Reeves e Le due sorelle (1973) di De Palma, opere in cui lo spettatore cinematografico è chiamato a osservare protagonisti che, a loro volta, stanno osservando scene terrificanti o spiando altre persone. I molti film, che ci mostrano esseri sinistri spiare non visti attraverso una finestra, tendono a provocare una simile identificazione. Essi riflettono, parodiano o giocano variazioni sull’esperienza dello spettatore che ha scelto di entrare nel cinema e ora guarda fuori, dal suo posto buio, i terrorizzatori e le loro vittime la cui storia gli si svolge davanti: esattamente come in Metropolis di Lang, il fascio di luce della torcia di Rotwang che colpisce la terrorizzata Maria, duplica, all’interno del quadro, il raggio di luce che proietta quella stessa immagine sullo schermo per il nostro piacere. Questo non è il meno importante dei vari modi in cui le creature dello schermo reclamano affinità con noi. «De te fabula narratur, − sembrerebbe dirci il terror-maker; − hypocrite spectateur, mon semblable, mon frère».

Tratto da: Siegbert Salomon Prawer, I figli del dottor Caligari, Editori Riuniti, Roma, 1981, pp. 108-109.

  • Start date
    25 March 2013 18:00
  • Status
    Ended
  • Category

      Archivio