Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori. Il cinema del Medioevo
Bianco e nero, n. 600 Cinema e Medioevo
con i curatori Franco Cardini, Davide Iacono e Riccardo Facchini, Felice Laudadio
e con un intervento video di Pupi Avati.
a seguire Magnificat di Pupi Avati (1993, 95’)
«È, a parer mio, un bellissimo film, il migliore tra gli italiani di questa stagione, uno dei più belli degli ultimi anni, il risultato più alto nella ventennale carriera di Pupi Avati […]. Il film intreccia una mezza dozzina di storie cui fa da filo conduttore l’itinerario del boia Folco, esecutore di giustizia (l’intenso Arnaldo Ninchi) e del suo giovane assistente, e che convergono a Malfole, all’abbazia della Visitazione» (Morandini). «Volevo rappresentare attraverso una serie di quadri e di personaggi gli elementi di quella società: la fede e la violenza. A quel tempo le pratiche spirituali convivevano con la violenza di tutti i giorni. Nel mio racconto si mescolano dunque le esecuzioni dei boia, l’ingresso di un’oblata in un monastero, le ultime ore del signore del posto, un matrimonio. Su tutto regna il silenzio di Dio, un silenzio che a quel tempo non era motivato dall’assenza, come accade oggi» (Avati).