Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola (1976, 116’)
Grottesco e crudele ritratto del sottoproletariato romano, abbrutito dalla povertà e dall’indigenza e caratterizzato da un’amoralità irrecuperabile frutto del bisogno, il film è ambientato in una delle ormai famigerate baraccopoli romane. Giacinto, interpretato da Nino Manfredi, vive con la sua numerosa famiglia in una delle baracche. L’uomo, brutale e violento, ha ricevuto un milione di lire di risarcimento per aver perso un occhio in un incidente sul lavoro. Non volendolo condividere con nessuno, deve difenderlo e difendersi dai suoi stessi familiari. «In questo notevole film, l’insistenza sui particolari fisici laidi e ripugnanti potrebbe addirittura far parlare di un nuovo estetismo in accordo coi tempi, che viene ad aggiungersi ai tanti già defunti: quello del “brutto”, dello “sporco” e del “cattivo”. Comunque siamo in un clima piuttosto di contemplazione apatica che di intervento drammatico. Nino Manfredi ha creato con straordinaria misura e sottigliezza un personaggio memorabile» (Moravia).