Il mio corpo di Michele Pennetta (Italia, Svizzera, 2020, 82′)
Oscar – poco più che bambino – raccoglie la ferraglia per suo padre che si occupa di rivenderla. Passa la sua vita tra le discariche abusive dove i rottami sedimentano. Agli antipodi, ma giusto accanto, c’è Stanley, ragazzo rifugiato di origine nigeriana. Fa le pulizie nella chiesa del villaggio in cambio d’ospitalità e un po’ di cibo. Tra Oscar e Stanley nessuna similitudine apparente, salvo il sentimento di essere soli al mondo, di subire lo stesso rifiuto, la stessa forza soffocante di scelte fatte da altri.
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