19:30 – 20:00 Introduzione alla IIIa edizione del Festival del Cinema Albanese “Albania, Si Gira”
20:00 – 21:00 Dibattito: “Sconfinamenti: storie di transizioni politiche, sociali e territoriali tra Italia e Albania”
Intervengono: Prof. Bruce Williams, Bujar Kapexhiu, Florenc Papas, Riccardo Neri, Vincenzo Filippo
h 21:00 Open door Regia: Florenc Papas
Anno: 2019
Durata: 1h 18m
Produzione: Albania, Italia
Genere: drammatico
Lingua: albanese con sottotitoli in italiano
Sinossi: Due sorelle sono costrette a misurarsi con un mondo ostile, ottuso e egoista perché dominato dagli uomini.
Revisione: Prodotto nel 2019, il film è ambientato nell’Albania attuale, un Paese uscito dalla transizione con tante contraddizioni. Tra queste l’emigrazione, che è diventata un’istituzione fissa per il sostenimento di molte famiglie. Il film racconta una storia di ritorni dove i personaggi non sentono alcun attaccamento al Paese dove sono migrati. La disaffezione per “l’estero” è accentuata anche dalla scelta della colonna sonora che rivela le tendenze nostalgiche di una parte della società albanese. La storia si sofferma sulla difficile posizione delle donne in Albania le quali devono misurarsi sia con il patriarcato tradizionale, sia con lo sfruttamento capitalista che si è instaurato dopo la fine del regime comunista. Florenc Papas, regista albanese di nuovissima generazione, narra le vicende di due sorelle attraverso la prospettiva della maggiore, Rudina. In tal modo si trasmette efficacemente il senso di ingiustizia, bigottismo e minacciosità che il personaggio principale percepisce quando si relaziona agli uomini. La sua vita sembra costantemente sottoposta al loro controllo. Uomini sono il padre e il marito a cui deve dare conto, così come lo è in prospettiva il figlio che è a tratti irrispettoso della madre; uomo è il medico che visita la sorella, come lo è il capo antipatico, e persino il poliziotto che le fa la multa. I personaggi femminili subiscono una persecuzione costante dalla quale sembrano non poter uscire. I rapporti di forza sono smussati dall’evocazione della madre, che riesce, malgrado l’assenza, a cambiare un finale già scritto.