di Maurizio di Rienzo
In questo Paese: documentari italiani alla Casa del Cinema di Roma. C’è tutto (quasi) in questo lungo titolo di rassegna dedicata per il 7° anno al cinema del reale.
Mancano solo i film. Da vedere. 11 appuntamenti per 14 docu con prima+dibattito ogni giovedì dal 19 gennaio al 22 marzo, e poi il 12 aprile, con repliche di venerdì sabato domenica.
Innanzitutto occhio al passato: in parallelo il truce mistero postbellico e repubblichino/repubblicano di Il corpo del duce che ha riverberi nell’oggi politicamente manicheo, e la carità fattiva cattocomunista PCI+DC nel disastrato dopoguerra a favore di bambini denutriti di Napoli e Puglia ospitati in Emilia come raccontato con giuste testimonianze da Pasta nera di Alessandro Piva. Ancora Storia, la colonizzazione della Etiopia, nel destrutturato uso d’immagini di archivio che vai via fa Luca Gaudagnino in Inconscio italiano partendo dal concetto del nostro rimosso fascista attraverso sentieri storici e di antropologia e filosofia. Più indietro ancora per capire l’oggi: è coinvolgente l’analitico Piazza Garibaldi di Davide Ferrario che s’inerpica da Bergamo e Torino e scende in Sicilia e a Teano fra luoghi da sussidiario risorgimentale e macerie consumistiche di oggi sul percorso di sempre nord-sud-nord che fu garibaldino e unitario, per capire il senso di una nazione (lo siamo?) nata forse già divisa. La stessa Torino sabauda che diede i natali alla reale famiglia Agnelli indagata nell’inconscio da Giovanni Piperno in Il pezzo mancante che dell’Avvocato Fiat, l’impeccabile (davvero?) Gianni Agnelli rievoca buchi neri familiari più che fasti da casato realborghese. All’opposto geografico-sociologico in Palermo postborbonica i registi Savona-Porto-Sparatore entrano in Palazzo delle Aquile per seguire l’epopea di 30 giorni di occupazione del locale Comune da parte di 18 famiglie rimaste senza casa, lungo sofferto calvario d’ incontri, discussioni, silenzi. Altro sud: la Napoli di strade pericolose ma creative genera sia scugnizzi senza tempo nel rarefatto ma concreto Cadenza d’inganno di Leonardo Di Costanzo costruito nel tempo, sia un ragazzo barista che diventa riflessivo chansonnier graffiante, è Enzo Gragnianiello inquadrato fra confidenze, musica, sogno, ironia, nel rapsodico Radici di Carlo Luglio. La provincia napoletana della ciurma cosmopolita dello chef in ascesa Gennaro Esposito di Vico Ecquense è colta fra pensieri parole cucina da Elisabetta Pandimiglio nel sapido Più come un artista. In Voi siete qui di Francesco Matera ecco la Roma che più cinematografara non si può, luoghi di set celeberrimi rivisti decenni dopo a paragone con ricordi di autori e protagonisti –Moretti Bellocchio Scola Verdone Lizzani Rotunno etc.- per una topografia assiale dell’urbe filmata. Internazionalità a base italiana: Hit the road nonna! di Duccio Chiarini svela una pioniera toscano-marchigiana tosta egoista magnifica fra moda affari amore, donna (e nonna del regista ) emigrata, emancipata, tornata, ripartita; 394 Trilogia doc di Massimiliano Pacifico sull’applauditissima tournée triennale-mondiale della compagnia di Toni Servillo-Teatri Uniti per la Trilogia della villeggiatura da Goldoni, cammino cementato da arte tecnica cuore. Girando girando sarà per i 150 anni e più dall’Unità d’Italia, si torna a Torino, via ex …regno di Sardegna col solido Pugni chiusi di Fiorella Infascelli sulla compostissima protesta degli operai della Vinils di Porto Torres auotoreclusi per più di un anno nel dismesso carcere dell’Asinara, per Sic Fiat Italia di Daniele Segre, sguardo analitico e partecipe ma non fazioso sul come si è arrivati a nuove lotte di classe e resistenza allo smembramento delle regole del lavoro in funzione di quelle del plusvalore.
E’ Italia, bellezza, e non puoi farci niente. Sono solo documentari. E non è poco.