L’ATTORE E… 3 incontri a cura di Giulio Scarpati
L’idea è nata da un incontro con Caterina d’Amico e dal bisogno che sentivamo entrambi di dare una nuova dignità e trasparenza al nostro mestiere.
Esplorare il percorso creativo dell’attore, ma anche il suo rapporto con le altre professionalità che partecipano alla realizzazione dell’opera.
Una prima serie di incontri per riflettere sul nostro lavoro: (primo incontro) il testo, teatrale, cinematografico e televisivo. L’attore si confronterà con l’autore, lo sceneggiatore, il drammaturgo, insomma con la parola scritta che nelle sue mani deve prendere corpo e trasformarsi in un personaggio in carne e ossa.; (secondo incontro) il ruolo ”Leading Actor” o “ Supporting Actor ” ? Il cinema americano è pieno di straordinari caratteristi che hanno spesso decretato il successo di un film. Anche noi ne abbiamo di fantastici, ma purtroppo non sempre riconosciuti. Una riflessione dell’attore sul suo modo di vivere un ruolo con attori che spaziano, con altrettanta professionalità e successo, da “ Attore Protagonista” a “ Attore non protagonista”; (terzo incontro) pubblico e critica; in cui si affronterà il rapporto dell’attore con il pubblico (quanto del suo lavoro arriva agli spettatori) e con la critica (se e quanto può determinare la fortuna di un’opera). Con qualche abbaglio clamoroso da parte di quest’ultima ….
Sono frequenti gli incontri in cui l’attore, intervistato da un giornalista, è portato a parlare di sé, del proprio lavoro e del suo percorso professionale. Vorrei invece che questi incontri, pur partendo dalla esperienza concreta di chi è invitato , si aprissero a una riflessione più allargata su quanto c’è di condiviso con tutta la categoria degli attori. Si parte dall’io per trovare il noi.
La nostra professione ha sofferto e soffre di un individualismo eccessivo. Non è interamente ascrivibile a questo individualismo la carenza di peso culturale degli attori in Italia ma certo ha avuto la sua responsabilità. Talvolta l’attore sembra essere chiuso nel suo presente professionale non riuscendo a tesorizzare il suo percorso passato ma soprattutto non riuscendo ad immaginare quello che potrebbe essere il suo futuro , pure comune a quello di molti altri colleghi.
L’arco professionale di un attore è, visto dall’esterno, molto chiaro. E lo è anche per noi quando prendiamo in esame quello di un nostro collega. Ma diventa oscuro quando pensiamo al nostro. Perché?.
Credo che qualunque rinascita parta da un riscatto culturale del ruolo e della funzione dell’attore in una società moderna, dalla capacità dell’attore di essere interprete dei bisogni e sogni non solo personali ma di una collettività.
Giulio Scarpati