Un film Nouvelle Vague mai proiettato e ritrovato nel 2008.
La straordinaria storia di Marc Scialom e del suo Lettre à la prison ricostruita in un libro:
MARC SCIALOM. IMPASSE DU CINEMA
Esilio, memoria, utopia / Exil, mémoire, utopie
a cura di Mila Lazic e Silvia Tarquini
Il libro, in parte bilingue, sarà presentato, in collaborazione con Casa del Cinema
e Ass. Film Flamme di Marsiglia, il 19 novembre 2012
ore 17.00 proiezione di Lettre à la prison
ore 18.30 INCONTRO CON MARC SCIALOM
e presentazione del volume, con interventi di:
Giulio Ferroni, Jean-François Neplaz, Roberto Silvestri, Silvia Tarquini
Casa del Cinema sala Kodak -Villa Borghese, Roma
«A tutti quelli che lavorano ostinatamente nell’ombra, ai cineasti marginali,
dilettanti, atipici, che so esplodere di una passione umiliata e brulicano di mille folgorazioni,
tali da far impallidire il cinema e la televisione ufficiali, a tutti coloro che la “professione”,
con superbia, ignora, io dedico Lettre à la prison e la sua avventura».
Marc Scialom
Marc Scialom, ebreo di origini italiane, toscane, poi naturalizzato francese, nasce a Tunisi nel 1934. Dopo le persecuzioni naziste nel ‘43 in Tunisia, le ripercussioni sugli Italiani, meccanicamente associati al fascismo nel periodo dell’“epurazione”, e la strage di Biserta (1961) – sconfinamento in Tunisia della guerra franco-algerina che Scialom denuncia nel corto La parole perdue (1969) –, si trasferisce in Francia. La sua vita si intreccia, “mancandola”, con la storia del cinema: a Parigi il lungometraggio Lettre à la prison (1969-70), realizzato senza un produttore e quasi “clandestinamente”, non è sostenuto dai suoi amici cineasti, tra cui Chris Marker. Si tratta di un’opera poetica sulla perdita di identità culturale e personale di un esule arabo in Francia, che mette indirettamente il dito nelle piaghe di colonialismo e razzismo; è girato tra Tunisi, Marsiglia e Parigi. Deluso, Scialom chiude il film in un cassetto. Torna alle sue origini, allo studio della lingua e della letteratura italiane. Insegna all’Università di Saint-Etienne. Traduce la Divina Commedia (Le Livre de Poche, 1996). Di Dante, sentito come “l’esule per eccellenza”, si era già occupato con il cortometraggio Exils (1966), lavoro poi sempre rinnegato, anche dopo la vittoria del Leone d’argento alla Mostra di Venezia del ’72.
Dopo il ritrovamento di Lettre à la prison grazie alla figlia Chloé, il restauro e la presentazione nel 2008 al Festival International du Documentaire di Marsiglia, dove ottiene la Mention spéciale du Groupement National des Cinémas de Recherche, Marc Scialom torna al lavoro cinematografico e realizza Nuit sur la mer (2012), riflessione sulla morte, e sull’utopia di un mondo senza frontiere. Per questo film, e per l’insieme della sua opera, riceve nel 2012 il premio Anno uno dal Festival I Milleocchi di Trieste.
Il volume “MARC SCIALOM IMPASSE DU CINEMA. Esilio, memoria, utopia / Exil, mémoire, utopie”, in parte bilingue, curato da Mila Lazic e Silvia Tarquini, seconda prova delle edizioni Artdigiland, restituisce alla storia del cinema la memoria storica e cinematografica cristallizzata nell’avventura, in senso antonioniano, del suo autore. Nessuno dei quattro film di Scialom è ancora pubblicato in dvd, e, con Lettre à la prison, ci troviamo di fronte ad un film Nouvelle Vague ritrovato, girato con una camera prestata da Chris Marker e poi scomparso in un abisso ben preciso, personale e storico. Molti gli approcci e i collaboratori. Mila Lazic, co-curatrice del libro, intervista Scialom raccogliendo notizie sulle sue origini italiane e sui suoi inizi; Roberto Silvestri offre il background storico della sua biografia attraverso la storia del cinema militante nordafricano, e parla del corto La parole perdue come di un capolavoro; Dario Marchiori allarga a tutta la produzione letteraria e scientifica di Scialom il suo intervento sul film “dantesco” Exils e su La parole perdue; Alessandro Capata analizza il campo particolare del lavoro di Scialom come traduttore di Dante; i densissimi testi di Marc Scialom e Saad Chakali, rispettivamente, raccontano la straordinaria vicenda della lavorazione di Lettre à la prison e il “sentimento” dell’esilio e dell’oppressione colonialista e razzista del film; Federico Rossin ricontestualizza il linguaggio filmico di Lettre à la prison nell’ambito del cinema coevo; Silvia Tarquini, che oltre ad essere co-curatrice è direttore editoriale Artdigiland, si occupa soprattutto del nuovo film Nuit sur la mer, con interviste a Scialom e a sua figlia Chloé, co-sceneggiatrice del lavoro, e con un saggio sull’adozione da parte di Scialom della figura di Ulisse, l’errante, come archetipo in cui iscriversi per arrivare finalmente a parlare della propria matrice ebraica.
Completano il volume le testimonianze di Chloé Scialom, a cui dobbiamo il ritrovamento di Lettre à la prison, e quelle dei cineasti Jean-François Neplaz eGiuseppe Spina (Nomadica), che raccontano il processo per arrivare al restauro, avvenuto nell’ambiente del cinema indipendente e “dal basso”. La prefazione diMarco Bertozzi cita Alberto Grifi, Chris Marker e Jean Rouch, filmmaker “spaesati”, incessantemente alla ricerca, attraverso il cinema, di un “contatto” con la realtà.
Mila Lazic drammaturga, dopo il periodo jugoslavo legato al cinema e al teatro, realizza e cura eventi culturali in Italia, prevalentemente legati al territorio ex jugoslavo e balcanico. È fondatrice e coordinatrice dell’Associazione culturale Anno uno e del Festival internazionale del cinema e delle arti I Milleocchi di Trieste, e ideatrice del progetto Cinema con i giovani. Con Comunicarte edizioni ha curato i volumi Mare inquieto di Helena Klakocar (2010) e Radovan Popovic: Ivo Andric (2012).
Silvia Tarquini dottore di ricerca, lavora in Cineteca Nazionale. Scrive di cinema, video, performance, arti visive. Ha curato i volumi L’inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada, Centro Sperimentale di Cinematografia, 2009; La luce come pensiero, Editoria & Spettacolo, 2010; Fabrizio Crisafulli. Un teatro dell’essere, Editoria & Spettacolo, 2010. Autrice di numerosi saggi in volume (tra cui scritti su Wim Wenders, Cesare Zavattini, Valerio Zurlini, Toni Servillo). Ha collaborato con riviste quali «Bianco & Nero», «Arte e critica», «La Furia Umana». È direttrice editoriale Artdigiland.
Artdigiland
Artdigiland è un progetto editoriale multimediale che ha come obiettivo la diffusione della parola degli artisti di ogni provenienza e di ogni ambito artistico. L’attività editoriale offre – attraverso l’editoria digitale e il broadcasting – videointerviste esclusive ad artisti. Le interviste a Marc Scialom, registrate in video HD saranno a breve offerte su Artdigiland.com. Il libro è in distribuzione on-line, in formato cartaceo ed ebook, su Amazon.it, Amazon.com, Amazon.fr.