In occasione degli 80 anni di LUCA RONCONI
ORLANDO FURIOSO
Italia, 1975, 5 puntate da 60’
Orlando furioso è uno sceneggiato televisivo italiano, tratto dall’omonima opera di Ludovico Ariosto.
Sull’onda del successo dell’omonimo spettacolo teatrale del 1969 tratto dal poema di Ludovico Ariosto, la RAI decise di trasportare sul piccolo schermo il capolavoro di Ronconi, programmandolo per il 1974, anno in cui ricorreva il cinquecentenario della nascita dell’Ariosto stesso. Purtroppo vari contrattempi rimanderanno di un anno la messa in onda dello sceneggiato. La realizzazione del progetto impone un deciso ripensamento dello spettacolo; per le sue stesse caratteristiche tecniche il mezzo video non consente infatti di avvalersi dei due principi-guida che avevano orientato l’organizzazione della messa in scena teatrale, ossia la partecipazione attiva del pubblico e la simultaneità delle varie scene che comprendevano la narrazione dell’opera. Nel momento in cui lo spettatore non è più immerso nello spettacolo ma viene posto di fronte alla rappresentazione, l’Orlando furioso cessa di essere uno spettacolo pensato e fatto per essere vissuto e ne diventa uno per la pura e semplice visione. Con una geniale e profetica intuizione dei successivi sviluppi del mezzo TV, Ronconi ventila la possibilità di realizzare due versioni diverse dello sceneggiato e di mandarle in onda contemporaneamente sui due canali RAI presenti a quel tempo, lasciando allo spettatore la scelta del programma preferito e magari la possibilità di cambiare canale nel corso della trasmissione; la proposta però viene subito bocciata e il labirintico e simultaneo Orlando teatrale, trasportato in TV, avrà un più morigerato paradigma di racconto lineare. Se nella versione teatrale il coinvolgimento fisico del pubblico e il meccanismo della simultaneità impedivamo il definirsi di un’immagine precisa dello spettacolo, nella versione televisiva lo spettatore si colloca davanti allo spettacolo come davanti ad un quadro ed è appunto con occhio attento alle arti visive che Ronconi organizza le proprie riprese. Deciso però a conservare il più possibile anche per la versione televisiva l’organizzazione frammentaria e simultanea della versione teatrale, Ronconi decide di esaltare la frammentarietà della rappresentazione televisiva facendo leva sull’assoluta autonomia dei singoli episodi, scandendo lo sceneggiato in blocchi narrativi autonomi e interrompendo le varie storie al loro punto di massima tensione con successiva ripresa ad opportuna distanza, secondo schemi non troppo differenti dal poema ariostesco.
Durante il dominio del re francese Carlo Magno lo scontro tra la forza cattolica di Parigi e l’invasione barbara di Gerusalemme è inevitabile. Tra i paladini cristiani si distingue abilmente per la forza e l’audacia il Cavalier Orlando il quale è segretamente innamorato di Angelica assieme all’amico Rinaldo. Tuttavia non sono solamente loro due ad amare la fanciulla, ma molti altri cavalieri e anche nobili paladini di famose casate. Tuttavia Angelica non bada alle loro richieste di matrimonio e li lascia tutti soffrire. Specialmente Orlando ne risentirà di più perché scopre l’amore segreto tra Angelica e Medoro. A questo punto il cavaliere impazzisce per la rabbia e commette moltissimi delitti finché non giunge a nuoto in Africa dove è salvato da suoi compagni. Nella storia di intrecci amorosi sopraggiunge un secondo nobiluomo: Ruggero il quale anche lui s’invaghisce della ragazza. Infatti il paladino, dopo aver affrontato viaggi attraverso l’impossibile come nell’isola della maga Alcina che tramuta i prigionieri in animali e vegetali e nel palazzo del mostruoso gigante Atlante, salva Angelica a cavallo di un ippogrifo da morte certa. La ragazza era stata rapita e data in pasto ad un’orca gigantesca, ma la loro storia non durerà a lungo. Infatti l’eterno amore di Ruggero sarà la nobile Bradamante, figlia di un nobile italiano il quale cerca di mettere fine alle ostilità tra gli europei e gli infedeli. Dopo molte altre peripezie che si verificano sullo sfondo della guerra in Terra Santa, Ruggero viene a sapere che il padre di Bradamante ha offerto la figlia a Costantino, l’imperatore di Bisanzio per porre fine alla guerra e così si reca sul posto per un duello. Sconfitto Costantino ma non ucciso, Ruggero si sposerà con Bradamante.
Le riprese dello sceneggiato, tutte girate in interni, sono state effettuate nel Palazzo Farnese di Caprarola, nelle Terme di Caracalla, nella chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma, nel Teatro Farnese e nel Palazzo della Pilotta di Parma.
Regia: Luca ronconi
Soggetto: Ludovico Ariosto
Sceneggiatura: Edoardo Sanguineti e Luca Ronconi
Fotografia: Vittorio Storaro, Arturo Zavattini
Montaggio: Pino Giomini
Musiche: Giancarlo Chiaramello
Scenografia: Pierluigi Pizzi
Personaggi e interpreti
Massimo Foschi: Orlando
Ottavia Piccolo: Angelica
Luigi Diberti: Ruggero
Edmonda Aldini: Bradamante
Michele Placido: Agramante
Carlo Montagna: Rodomonte
Ettore Manni: Carlo Magno
Peter Chatel: Astolfo
Marilù Tolo: Alcina
Alessio Orano: Medoro
Yorgo Voyagis: Cloridano
Paolo Bonetti: Dardinello
Sergio Nicolai: Rinaldo
Giacomo Piperno: Sacripante
Carlo Valli: Ferraù
Mariangela Melato: Olimpia
Cesare Gelli: Cimosco
Pino Manzari: Oliviero
Hiram Keller: Brandimarte
Claudia Giannotti: Fiordiligi
Grazia Maria Spina: Doralice
Spiros Focas: Mandricardo
Vittorio Sanipoli: Sobrino
Maurizio Tocchi: Gradasso
Orazio Costa Giovangigli: Atlante
Rosabianca Scerrino: Melissa
Gianni Bellandi: Aquilante
Marzio Margine: Zerbino
Paola Gassman: Marfisa