Pazza di gioia, di Carlo Ludovico Bragaglia, Italia, 1939, 62′

Data di inizio
28 Maggio 2021
Data di fine
28 Maggio 2021
Categoria
    Archivio
Stato
Concluso

Pazza di gioia, di Carlo Ludovico Bragaglia, Italia, 1939, 62′

Regia Carlo Ludovico Bragaglia / Sceneggiatura C. L. Bragaglia  Aldo De Benedetti  Maria Teresa Ricci
Fotografia  Anchise Brizzi / Montaggio Mario Serandrei   / Musiche Giovanni Fusco / Produzione Giuseppe Gallia  per ATLAS FILM

Interpreti e personaggi Vittorio De Sica (Conte Valli), Maria Denis (Liliana Casali), Umberto Melnati (Aroldo Bianchi), Marcella Melnati (Rosalia), Paolo Stoppa (Alvaro Monteiro),  Enzo Biliotti (Peppino), Rosetta Tofano (Rosetta), Alfredo Martinelli (un signore), Renato Malavasi (un barbiere), Aristide Garbini (proprietario trattoria), Olga von Kollar (Giulia), Luigi Erminio D’Olivo (direttore orchestra), Giuseppe Pierozzi (principale della ditta).

Un contabile ha vinto una piccola macchina alla lotteria e pubblica un annuncio sul giornale per trovare qualcuno che possa condividere le spese per un viaggio di piacere. Risponde, in forma anonima, una giovane commessa di un negozio di messaggerie musicali ma la ragazza, a sua insaputa, invece di andare con il contabile parte insieme al Conte Corrado Valli. Tra imprevisti e ostacoli il viaggio continua verso l’happy ending.

Il film esce nelle sale italiane nel 1940, anno in cui in Italia la produzione cinematografica aumenta circa del doppio rispetto a due anni prima, e la maggior parte dei film viene girata a Cinecittà. E Roma è già capitale del cinema grazie proprio agli Sudi di via Tuscolana e alla nascita del Centro Sperimentale di Cinematografia (1935).

Pazza di gioia – ma il primo titolo è Viaggio verso il sole – vanta un cast d’eccezione, Vittorio De Sica, Maria Denis, Umberto Melnati, Paolo Stoppa. La sceneggiatura porta la firma, oltre a quella dello stesso Bragaglia, anche di Maria Teresa Ricci e Aldo De Benedetti. La scenografia è curata da uno dei più grandi scenografi del nostro cinema degli anni ‘30 e ‘40, Gastone Medin che ha lavorato con registi tra cui Alessandro Blasetti, Mario Camerini, Mario Soldati, Raffaello Matarazzo, Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, per film che hanno segnato la storia: Sole, L’oro di Napoli, Il segno di Venere, Pane, amore e…, I due orfanelli, La ciociara, Roma città libera, Mio figlio professore, La signora delle camelie. Le musiche sono affidate a Giovanni Fusco scomparso molto giovane, all’età di 61 anni, compositore preferito da Michelangelo Antonioni.

Ottanta anni dopo Pazza di gioia di Carlo Ludovico Bragaglia fa ancora sorridere e divertire, e l’allegria evocata dal titolo è garantita.  Equivoci, gelosia, innamoramento, dialoghi brillanti, colpi di scena e, naturalmente, il lieto fine.

Girato negli studi di Cinecittà, Pazza di gioia è il rifacimento del film del 1931 di Joe May Due cuori e un’automobile, e porta sullo schermo quello che allora fu definito il cuore del cinema dei “telefoni bianchi”: il desiderio di ascesa sociale del ceto medio. Scritto e diretto da uno dei registi più prolifici dell’epoca e tra i più longevi (è scomparso all’età di 103 anni) a cui si devono grandi commedie come Totò le Moko, 47 morto che parla, Fuga a due voci, Non ti pago! e che ha lavorato con i grandi interpreti come De Sica, la Magnani, i fratelli De Filippo, Maria Denis, Ugo Tognazzi e anti altri.

Andiamo per ordine: abbiamo un contabile, una commessa, un direttore di negozio, un Conte, un maggiordomo con relativa consorte e una serie di personaggi di contorno che alimentano le scene.

Il contabile interpretato da Umberto Melnati è eccitato dalla vincita alla lotteria di una fiammante Topolino, ma non ha soldi a sufficienza per poterla usare per un viaggio a lungo agognato. La commessa, Maria Denis, è una brava ragazza in cerca del principe azzurro e risponde all’annuncio, in forma anonima e dettando le regole dell’incontro, non prima però di aver fatto adeguate ricerche sul suo ipotetico compagno di viaggio.

Il film si apre proprio al centro del fatidico luogo d’incontro, un hotel di lusso. Gli arredi delle pellicole dell’epoca sono spesso al centro delle storie diventando veri e propri protagonisti, non per niente il genere dei “telefoni bianchi” viene definito anche come “cinema déco”. Lo sfarzo e il lusso così come le automobili e il telefono, appunto, sono simbolo di una nuova rinascita e crescita.

Carlo Ludovico Bragaglia, habitué delle commedie, sa bene come intrecciare le storie di tutti i personaggi. E così all’imbranato contabile contrappone l’elegante “mascalzone” Conte Valli e tra i due c’è la bella e dolce commessa. E nella hall dell’Hotel cominciano gli equivoci e gli scambi di persona. Il Conte non appena vede la splendida ragazza non esita a fingersi l’umile contabile.

Il classico intreccio lui, lei e l’altro. Ma ai tre si aggiunge un terzo uomo, il direttore del negozio dove la ragazza è impiegata, interpretato da un eccentrico Paolo Stoppa che si unisce a creare il caos del “viaggio verso il sole”.

È curioso leggere oggi le recensioni scritte in occasione della prima uscita del film che ben riflettono lo stile della critica cinematografica dell’epoca.

“[…] Ha diretto Carlo L. Bragaglia con una sveltezza precisa e comica […] La narrazione è composta di episodi da farsa, taluni brillanti di festosa e movimentata disinvoltura. Elegante la cornice e ottima l’interpretazione. Maria Denis è veramente un amore: brava, disinvolta, garbatissima. A posto De Sica, in una figura ch’egli sostiene con perfetta eleganza. Piacevolissimo Melnati, bravissimo Stoppa…”  così Fabrizio Sarazani su “Il Giornale d’Italia” del 15 marzo 1940 o, ancora Giuseppe Isanti sulla rivista “Cinema” del 25 marzo del 1940 “[…] Per quanto in genere i rifacimenti delle edizioni straniere siano sin dall’epoca del concepimento come segnati da Dio, non si può non riconoscere a C.L. Bragaglia una regia gustosa e vivace che sa massimamente sfruttare le possibilità degli attori in gioco, del paesaggio, del dialogo, per l’economia del racconto […]”

Pazza di gioia è una road movie di altri tempi e una sorta di antesignano del moderno car sharing, divertente e ben confezionato da un abile regista, che amava definirsi “artigiano del cinema”.

© 1939 ATLAS Film. © 1939 Atlas Film. © 2004 MARZI Srl. Tutti i diritti riservati. Pubblicato da VIGGO su autorizzazione MARZI Srl. Artwork & Design © 2020 VIGGO Srl. Tutti i diritti riservati. Prodotto in Italia. Prima edizione MARZO 2020.

 

  • Data di inizio
    28 Maggio 2021 18:00
  • Stato
    Concluso
  • Categoria

      Archivio