Spaghetti House di Giulio Paradisi (1982, 109’)
«Il film fonde in un amalgama da mercato internazionale la scioltezza e gli umori buoni (e anche quelli maleodoranti) della nostra commedia con la progressione drammatica di un thriller che si fa “politico” controvoglia, ma senza per questo dover subire i condizionamenti e le logiche mentali del buon senso assassino. Insomma con questo film si ride molto e si piange molto, sempre toccando livelli di sensibilità alta. Cosa rara, non solo al cinema, ma dappertutto, da noi. Per fortuna il pubblico sa lasciarsi accalappiare dallo squisito mestiere di Manfredi» (Roberto Silvestri). «È offensivo che Spaghetti House venga liquidato come un “filmetto”. Avrei potuto fare un film più facile e far venire giù la platea dalle risate. Ho voluto invece fare un film commovente su un tema che mi è caro, quello dell’emigrazione. Io sono figlio di emigranti. La critica però non ha voluto premiare lo sforzo che noi tutti abbiamo fatto» (Manfredi).