Tornano le serate estive di IRISH FILM FESTA alla Casa del Cinema di Roma: da mercoledì 20 a domenica 24 luglio il festival dedicato al cinema irlandese proporrà una programmazione mista tra interno, in Sala Deluxe, ed esterno, nel Teatro all’aperto Ettore Scola.
«Il 2022 – spiega Susanna Pellis, direttore artistico – ci vede ancora impegnati su un calendario atipico, distante dalle nostre tradizionali date di marzo che collocavamo a ridosso di San Patrizio: sabato 21 e domenica 22 maggio siamo finalmente tornati in sala alla Casa del Cinema, e abbiamo parallelamente reso disponibile la sezione cortometraggi del festival anche in streaming. A luglio, con una programmazione di più ampio respiro, accoglieremo invece spettatori e ospiti nel Teatro all’aperto, che abbiamo sperimentato per la prima volta – riscontrando grande entusiasmo da parte del pubblico – la scorsa estate».
La programmazione serale (ore 21, Teatro all’aperto Ettore Scola) di questa edizione estiva di IRISH FILM FESTA offre una panoramica sul nuovo cinema irlandese di genere, spaziando dal thriller alla commedia nera, dal dramma con sfumature distopiche all’horror declinato in chiave comica.
Abbinati ai film, gli spettatori dell’arena estiva potranno rivedere i cortometraggi vincitori del concorso che si è svolto a maggio: An Irish Goodbye di Tom Berkeley e Ross White (categoria Drama), Memento Mori di Paul O’Flanagan (categoria Animation), Nothing to Declare di Garret Daly (categoria Documentary) e The Bridge di Mark Smyth (Premio del Pubblico). Tutti gli autori saranno presenti per la consegna ufficiale dei premi.
Il film d’apertura della IFF Summer Arena sarà, mercoledì 20 luglio, il documentario Breaking Out: girato dal regista Michael McCormack nell’arco di dieci anni, il film racconta la vita privata e professionale del cantautore Fergus O’Farrell, scomparso prematuramente nel 2016 a causa della distrofia muscolare. Originario di Cork, O’Farrell è stato il frontman degli Interference e una delle sue canzoni più note, Gold, era nella colonna sonora di Once, il film di John Carney interpretato dal musicista Glen Hansard. Grande ammiratore e amico di Fergus O’Farrell, Hansard ha preso parte a Breaking Out a fianco di guest star come Jeremy Irons e Maria Doyle Kennedy. Il film ha vinto il premio come miglior documentario al Galway Film Fleadh e all’edizione 2021 degli IFTA (Irish Film & Television Academy) Awards. Sono attesi alla proiezione di IFF il regista Michael McCormack e il musicista Maurice Seezer, che ha curato le musiche del film e in carriera ha firmato diverse colonne sonore, in particolare in collaborazione con Jim Sheridan.
Produzione irlandese, regista italiana e un grande cast internazionale: Wolf di Nathalie Biancheri sarà proiettato in arena giovedì 21 luglio alla presenza dell’autrice. Giovane filmmaker italiana che vive e lavora fra Dublino e Londra, Biancheri ha collaborato con la BBC e diretto diversi documentari e cortometraggi; nel 2018 la sua opera prima, Nocturnal, ha avuto un’ottima accoglienza nel circuito dei festival. Wolf è un intenso dramma psicologico sulla cosiddetta disforia di specie: in un tempo e in un luogo indefiniti, dei giovani che si identificano non in esseri umani ma in animali vengono rinchiusi in un istituto rieducativo. A fianco dei protagonisti George MacKay (1917 di Sam Mendes) e Lily-Rose Depp (L’uomo fedele di Louis Garrel), troviamo Paddy Considine e gli irlandesi – tutti ben noti agli spettatori di IFF – Eileen Walsh, Martin McCann, Stuart Graham, Fionn O’Shea e Lola Petticrew.
Girato a Belfast in pieno lockdown, Nightride di Stephen Fingleton è un thriller in tempo reale: una sola macchina da presa segue senza stacchi il viaggio in automobile del protagonista, uno spacciatore impegnato in quella che dovrebbe essere la sua ultima notte di lavoro. Un saggio di bravura tecnica per il regista, che a IFF ha già presentato il dramma post-apocalittico The Survivalist nel 2016, e una nuova, grande interpretazione di Moe Dunford, fin dagli esordi tra gli attori preferiti del festival e con una carriera sempre più in crescita anche in campo internazionale (la serie Vikings, il recente Texas Chainsaw Massacre). In Nightride, che sarà sullo schermo della Summer Arena venerdì 22 luglio, gli spettatori più attenti non si faranno sfuggire anche il cameo vocale di Stephen Rea.
Una commedia nera dal sottotesto biblico: storia di un figliol prodigo che fa ritorno nella città natale in cerca di redenzione, Redeption of a Rogue del drammaturgo e regista teatrale Philip Doherty è arricchita dal linguaggio e dall’ironia tipici della Contea di Cavan, nell’Ulster meridionale. A presentare il film al pubblico di IFF sarà, sabato 23 luglio, il protagonista Aaron Monaghan: originario di Cavan, proprio come Doherty, Monaghan ha iniziato in teatro da giovanissimo, e in anni recenti ha lavorato come attore e regista per l’Abbey Theatre di Dublino e il Druid Theatre di Galway. È co-fondatore della compagnia teatrale Livin’ Dred, nella contea natale, mentre al cinema lo ricordiamo in ‘71 di Yann Demange (IFF 2015) e Maze di Stephen Burke (IFF 2018). Chris Baugh è un filmmaker nordirlandese con una spiccata inclinazione per il cinema di genere: nel 2018 ha partecipato a IFF con il corto The Captors, mentre il suo lungometraggio d’esordio, il thriller Bad Day for the Cut, è stato a lungo disponibile nel catalogo di Netflix Italia.
Con Boys from County Hell – che chiuderà le serate della IFF Summer Arena domenica 24 luglio – Baugh guarda all’horror attraverso la lente della commedia: il film racconta un’improbabile caccia al vampiro in uno sperduto paesino dell’Irlanda del Nord dove si dice una volta abbia pernottato Bram Stoker. Nel cast Nigel O’Neill, già protagonista dei precedenti lavori di Baugh, Jack Rowan (Peaky Blinders), Louisa Harland (l’esilarante Orla della sit-com Derry Girls) e, in un piccolo ruolo, il grande attore italo-irlandese John Lynch, che è stato ospite d’onore di IFF nel 2019.
La fascia preserale del programma di IFF, alle 19 in Sala Deluxe, è dedicata al cinema documentario prodotto in Irlanda del Nord, e a un importante ritorno nella proposta culturale del festival: l’Irish Classic.
Si parte venerdì 22 luglio con Young Plato di Declan McGrath e Neasa Ní Chianáin: il futuro dell’Irlanda del Nord così come viene costruito, giorno per giorno, in una scuola elementare di Ardoyne, quartiere di Belfast che è stato teatro di sanguinosi scontri negli anni dei Troubles e tuttora segnato da povertà ed esclusione sociale. Lo sguardo analitico dei registi si concentra su Kevin McArevey, preside della locale Holy Cross Boys School, e sulla sua incrollabile fiducia nella filosofia e nel pensiero critico come mezzi per scardinare la cultura della violenza. Young Plato ha vinto quest’anno il premio IFTA per il miglior documentario.
Sabato 23 luglio, invece, è in programma il documentario 50 Years of the Troubles: A Journey Through Film di Brian Henry Martin, dedicato alla rappresentazione cinematografica del conflitto nordirlandese negli ultimi cinquant’anni. La narrazione è affidata a Mark Cousins, cineasta di Belfast noto per la sua monumentale serie di documentari dedicati alla storia del cinema, che in 50 Years racconta anche di come il cinema abbia aiutato la sua generazione a superare i traumi del passato.
Domenica 24 luglio torna una delle tradizioni di IFF: l’Irish Classic, ovvero la riproposta di film che hanno fatto la storia del cinema irlandese. Quest’anno la scelta cade su The Wind That Shakes the Barley di Ken Loach, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2006 e distribuito in Italia col titolo Il vento che accarezza l’erba. L’occasione per riportare sul grande schermo il film di Loach è un importante anniversario storico: cento anni fa, nel 1922, nacque l’Irish Free State, a conclusione della Guerra d’Indipendenza contro l’Inghilterra. La nascita del Free State segnò però anche la divisione del Paese e lo scoppio di una sanguinosa Guerra Civile, vicende che in The Wind that Shakes the Barley sono raccontate dall’interno di un gruppo di volontari dell’IRA della zona di Cork.
Come anche nel successivo Jimmy’s Hall, l’approccio dell’inglese Loach nei confronti dell’Irlanda è attento non solo dal punto di vista storico-politico ma anche artistico, grazie a un casting rigorosamente locale che, nel caso di The Wind, ha segnato un passo importante nella carriera di Cillian Murphy.
Il festival è prodotto dall’associazione culturale Archimedia ed è realizzato in collaborazione con Irish Film Institute; con il sostegno di Culture Ireland, Screen Ireland; e il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia.
Media Partner: Film Tv.