Evento introdotto da Gian Luca Farinelli e Isabella Rossellini
Mia madre nel film interpretava il ruolo di una pianista di enorme successo, e Liv Ullman la figlia che le rinfaccia di averle rovinato la vita in nome della carriera. Liv mi ha raccontato quello che avvenne durante la scena madre del film, quando la figlia ricorda alla madre tutte le volte che non è stata presente. Il regista Ingmar Bergman voleva che nel volto della madre, man mano che la figlia l’accusava, si leggesse la consapevolezza e il peso delle sue colpe. Mia mamma però dichiarò: “Io le darei uno schiaffo! Nessuno è responsabile della vita degli altri”. E così cominciò una lite terribile tra i due Bergman, attrice e regista. A Fårö, dove si giravano i film di Bergman, tutti lo consideravano come un Dio. Mai un attore l’aveva contraddetto. Rientrati sul set, hanno girato il primo piano della madre e Liv mi ha detto: “Ho capito l’immenso talento di tua madre. Il suo volto era lo specchio di una rabbia esplosiva ma silenziosa, come una gabbia che imprigionava le donne all’interno di regole patriarcali, e quella sua rabbia ha dato una nuova dimensione, più profonda, più moderna al personaggio”. Per me questa storia è un bell’esempio del contributo che può dare un attore. Pur rispettando il copione un attore può aggiungere una dimensione più vera e più profonda.
TITOLO ITALIANO: Sinfonia d’autunno
REGIA: Ingrid Bergman
NAZIONE: France, Germany, Sweden
ANNO: 1978
DURATA: 99′
CAST: Ingrid Bergman, Mario Vitale, Renzo Cesana, Mario Sponza, Roberto Onorati, Verner Biel
Versione originale con sottotitoli