ALL THAT JAZZ di Bob Fosse
USA, 1979, 123’ v.o. sott.it.
Joe Gideon è il miglior regista e coreografo di Broadway, un assoluto genio nel suo campo. Lavora al montaggio del suo nuovo film e contemporaneamente all’allestimento di un nuovo musical, ma di entrambi non è per niente soddisfatto e per entrambi fa slittare di molto i tempi di consegna mandando in paranoia finanziatori e collaboratori ma soprattutto se stesso. La sua vita privata è un caos senza fine: trascura sistematicamente la figlia avuta dall’ex moglie con la quale comunque continua a collaborare professionalmente e che lo rimprovera per le sue negligenze e debolezze con le donne per le quali nutre una passione simile al collezionismo. Passa di letto in letto fra una complessa gerarchia di amanti e puerili menzogne. Fra le sue labbra c’è sempre una sigaretta fumante, per dormire prende sonniferi e per trovare le forze usa ed abusa di Dexedrina. Totalmente stressato, nel culmine della sua esplosione creativa, si troverà a dover fare i conti con un bellissimo angelo della morte che lo condurrà alla realizzazione del suo musical più intenso e definitivo.
Tra i brani musicali è il caso di segnalare On Broadway che in realtà non fu scritto appositamente per la pellicola ma preso pari-pari da una registrazione live del leggendario chitarrista jazz George Benson.
Quattro Oscar: miglior montaggio (Alan Heim), scenografia (Philip Rosenberg, Tony Walton, Edward Stewart, Gary J. Brink), costumi (Albert Wolsky) e adattamento musicale (Ralph Burns). Vinse pure la Palma d’Oro a Cannes.