SHARQIYA di Ami Livne
Israele, Francia, Germania, 2012
Arabo e ebraico, 82 min.
Sceneggiatura: Guy Ofran
Montaggio: Zohar Sela
Fotografia: Boaz Yehonathan Ya’acov
Musica: Assif Tzahar
Interpreti: Adnan Abu Wadi, Maysa Abed Alhadi, Adnan Abu Muhareb, Eli Menashe
Produzione: Eyal Shiray, Elie Meirovitz, Itai Tamir
Distribuzione: EZ Films, Parigi
Kamel è un giovane beduino orgoglioso del suo lavoro come guardia alla stazione centrale degli autobus nella città di Be’er Sheva. Il fatto che lui lavori per gli israeliani non è molto benvisto da suo fratello Hamed, uno dei leader del villaggio di baracche illegali, cresciuto negli ultimi tempi senza permessi. Quando la baracca che condivide con suo fratello e la cognata è in pericolo di demolizione da parte delle autorità, Kamel decide di agire. Inscenerà un falso attentato alla stazione degli autobus, per poi “sventarlo” e diventare finalmente un eroe, salvare il suo villaggio e conquistare la stima di tutti.
Il film, girato in stile documentario, narra una storia ispirata da un evento vero: nel 2005 un guardiano beduino è stato gravemente ferito dopo aver allontanato una bomba nella stazione centrale di Be’er Sheva. All’improvviso diventò un eroe nazionale.
Sharqiya (gran vincitore al Festival di Gerusalemme 2012) è un esempio importante del cinema “low budget” israeliano. Con grande modestia ci fa conoscere la realtà dei giovani beduini israeliani che si trovano fra due mondi, la società israeliana, dove essendo arabi sono sempre sospettati, e la società tradizionale beduina, che li critica per aver preferito di lavorare per lo Stato Ebraico. Attraverso questo “piccolo grande film” Ami Livne ci invita a visitare una minoranza silenziosa che vive a tutt’oggi in villaggi non riconosciuti dalle autorità locali.