GLI ANNI DELLE IMMAGINI PERDUTE di Adolfo Conti
Italia, 2012, 86′
…E quanti film non si sono mai fatti
o non si fanno né si faranno
perché la nostra è l’arte meno libera del mondo,
mentre arte è sinonimo di libertà, di creazione,
di pietà
Produzione: Doc Art
in associazione con : Rai Cinema – Cinecittà Luce – Regione Emilia Romagna
Soggetto: La storia di Valerio Zurlini, la parabola esistenziale di uno dei registi più apprezzati degli anni 60: da La Ragazza con la valigia a La prima notte di quiete , dai film più acclamati ai tanti progetti non realizzati, dal clamore del successo al silenzio della crisi.
Sinossi:
1982. Poche settimane dopo aver partecipato al Festival del Cinema di Venezia in veste di giurato, Valerio Zurlini consegna al “male” che da tempo lo tormenta, una vita vissuta d’impeto, di cuore ma anche di passioni che ne avevano minato la salute. Muore il 26 ottobre, a cinquantasei anni.
Zurlini sapeva di avere poco da vivere.
E nei giorni che precedettero la fine trovò la forza di portare a compimento un lungo e intenso testamento spirituale: Gli Anni delle Immagini Perdute. Un caso più unico che raro di confessione totale e cruda di un’anima, un autoritratto struggente e spietato, una disamina lucida e dolorosa di un mondo che cambia in modo irreversibile.
Torniamo indietro di quasi trent’anni.
1954: l’Italia è in pieno boom economico. E il cinema vive una stagione memorabile. Zurlini ha ventotto anni: è il più giovane cineasta italiano a debuttare nella regia di un lungometraggio. Poi arriva la consacrazione col successo di La ragazza con la valigia (1961, con Claudia Cardinale e Jacques Perrin ) e il Leone d’Oro a Venezia per Cronaca Familiare ( 1962, con Marcello Mastroianni e Jacques Perrin ). Nel giro di pochi anni Zurlini si afferma come narratore raffinato per la sensibilità con cui disegna la psicologia dei suoi personaggi. Il suo nome viene affiancato a quelli di Fellini, Antonioni, Visconti.
Ma a questo punto qualcosa sembra non andare più nel verso giusto. Al culmine della sua carriera il talento di Zurlini sembra non essere più riconosciuto né il regista sembra più riconoscersi in quel mondo in cui aveva lavorato tanto bene.
Dal 1962 all’82, in vent’anni, Zurlini girerà solo quattro film: tra questi La prima notte di quiete ( con Alain Delon ) e il Deserto dei Tartari ( con Jacques Perrin , Philippe Noiret, Laurent Terzieff ) riscuoteranno ancora una volta il consenso del pubblico e della critica. Ma il successo non basta e tantissime sono le Immagini perdute, i progetti di film che rimarranno per sempre sulla carta o fermati a un passo dalla loro realizzazione.
Perché ? Che cosa ha pesato nella crisi artistica di un regista famoso e premiato da critica e pubblico ?
Per rispondere a queste domande, seguiremo i ricordi e i pensieri che Zurlini affidò alle pagine del suo diario prima di morire.
Il film è articolato su due livelli temporali e narrativi. Il primo è il tempo del diario: novembre 1981 – aprile 1982. E’ il momento della riflessione, del riesame complessivo della propria vita, delle scelte artistiche. Ma è anche e soprattutto la denuncia della crisi, del silenzio forzato a cui il regista è costretto . Zurlini parla dei suoi progetti pensati, scritti, finanziati e poi all’ultimo interrotti…
A questo filo temporale si intreccia il secondo livello, fatto di ricordi che come flash back cinematografici ci fanno ripercorrere alcuni passaggi cruciali della sua vita. 1943: la scelta di arruolarsi a 17 anni e combattere i nazifascisti. Il dopoguerra: l’incontro con grandi artisti come Luchino Visconti, Giorgio Morandi, Ezra Pound. 1954: gli esordi come regista cinematografico…E naturalmente Zurlini parla dei suoi film, dei quali saranno mostrate le sequenze più significative.
A integrare i ricordi di Zurlini intervengono i suoi amici e collaboratori: attori ( Jacques Perrin, Claudia Cardinale, Giorgio Albertazzi ), sceneggiatori ( Enrico Medioli, Furio Bordon, Nicola Badalucco ), registi ( Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo) .
Sequenze dei film, immagini di repertorio, interviste costituiscono una parte fondamentale del film, ma non la più importante dal punto di vista visivo.
Se la voce del narratore è Zurlini che parla in prima persona, abbiamo cercato di ricostruire il suo mondo, come se lo vedessimo attraverso i suoi occhi. Abbiamo voluto guardare quello che lui ha guardato, quello che ancora guarda. Per questo siamo tornati nelle case e nelle città dove ha vissuto e dove lavorava. Nei tempi e nelle stagioni che preferiva. D’inverno a Venezia e sulla Riviera adriatica, quando il freddo e il maltempo rendono queste terre deserte di turisti. Oppure nei luoghi d’arte che Zurlini più amava frequentare, come le chiese decorate da Correggio, Paolo Veronese, Tintoretto, Tiepolo. Abbiamo avuto accesso al suo archivio privato, alla sua biblioteca (i libri tanto letti e studiati), alla raccolta di scritti e sceneggiature inedite, alla sua collezione di opere d’arte. Essere dentro agli occhi di Zurlini ci sembra il modo più coerente per dare corpo ai suoi pensieri e cercare di comunicarne la ricchezza allo spettatore.
ADOLFO CONTI
Dal 1998 regista di programmi televisivi e documentari vincendo numerosi premi a festival internazionali.
Nel 2003 pubblica una dispensa per l’Università di Ferrara dal titolo “Il documentario di storia e archeologia”.
Dal 2004 tiene conferenze e seminari di regia del documentario presso il laboratorio di antichità e comunicazione dell’università di Ferrara.
Nel 2005 -2006 insegna regia e tecnica del documentario presso la Scuola Ipermedia di Cesena, diretta da Gian Vittorio Baldi.
Dal 2005 al 2007 collabora come regista alla rubrica Palcoscenico di RAIDUE.
Dal 2004 collabora con Doc Art come autore e regista e nel 2008 ne diviene socio e co-amministratore.
Tra le ultime regie di documentari:
RENÉ GRUAU. DISEGNARE LA MODA – (1×26’ e 1×52’ – 2012) prodotto da Doc Art in associazione con RAI, NDR/ARTE (Francia/ Germania), AVRO (Olanda), ERT (Grecia)
VALERIO ZURLINI. GLI ANNI DELLE IMMAGINI PERDUTE – (1×82’e 1×52’ – 2012) prodotto da Doc Art in associazione con RAI CINEMA, Cinecittà Luce. Presentato alla 69 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia
FIGURINE! – (1×52’ – 2012) prodotto da Doc Art in associazione con RAI “La storia siamo noi”
SESTO SENSO (1×50’ – 2011) prodotto da Doc Art in associazione con RAI DUE
IL CODICE DELLA FLAGELLAZIONE (1×50’ – 2011) prodotto da Doc Art in associazione con RAI DUE
PREDATORI DEL TEMPO (Looters of the Gods) – (1×52’ – 2010) prodotto da Doc Art in coproduzione con ERT (Grecia) e SVT (Svezia), in associazione con RAI, NRK (Norvegia), TV3 (Spagna), Planète (Francia) , CyBC (Cipro) , RSI (Svizzera).
Premi
Premio speciale della giuria – Festival International d’Archéologie (Nyon, 2011)
Menzione speciale e premio del pubblico- Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, (Rovereto 2011)
Premio speciale della giuria – KINEON (Bruxelles, 2011)
Premio della giuria – FICAB (Bidasoa, 2011)
Premio dell’Istituto Culturale Italian – AGON (Athens, 2012)