“Se non hai un buon attore, tutto suona falso”, dice Stanley Kubrick a proposito della scelta dei doppiatori in una telefonata a Mario Maldesi, direttore del doppiaggio di Full Metal Jacket. Oggi spesso si preferiscono le “versioni originali” a quelle doppiate. Ma siamo sicuri che il doppiaggio riguardi solo la fase finale della lavorazione di un film? Cosa ha significato questa pratica che, utilizzata per la prima volta negli Stati Uniti, ha trovato tanta diffusione da noi? Pensiamo a Fellini: i suoi film sarebbero gli stessi se lui non avesse usato il doppiaggio? Avrebbe avuto la stessa libertà nello scegliere facce e corpi, se non avesse saputo che poi gli avrebbe dato la voce che voleva? E Pasolini, che volle doppiatori leccesi per dare la sensazione di una “koiné meridionale” nel suo film Il fiore delle mille e una notte? E perché Andy Warhol scelse Pasolini per dirigere il doppiaggio italiano del film Trash? Un viaggio da Roma all’Accademia della Crusca e alla Fondazione Zeffirelli di Firenze, all’Università per Stranieri di Perugia, alla Cineteca di Bologna per conoscere una pratica che, forse senza che ce ne rendessimo conto, ha influito sulla creatività del nostro cinema, sulla lingua che parliamo e sulla nostra cultura. In poche parole: su quello che oggi siamo.
REGIA: Filippo Soldi
NAZIONE: Italia
ANNO: 2023
DURATA: 89′
Versione originale con sottotitoli