Per decenni i rapporti tra i film e l’arte contemporanea sono stati irrigiditi nella formula “cinema e…”. Nel territorio fluidissimo e ricco dei linguaggi visuali contemporanei, per fortuna, le definizioni più legnose sono state sbriciolate da una pratica che se ne infischia di gerarchie, limiti, forme. L’arte di Yuri Ancarani, da questo punto di vista, conferma la libertà espressiva di alcuni autori contemporanei. Ospite di musei, meritevole di mostre personali negli istituti di arte moderna e contemporanea, regista di cortometraggi e lungometraggi dalla distribuzione avventurosa, occupa uno spazio che oscilla tra il mondo della cultura visiva e gli spazi di fruizione più lontani tra di loro: nelle gallerie i lavori di Ancarani sembrano esondare e mettere in discussione la fissità del quadro o dell’installazione; nei cinema sfidano i nessi narrativi e le procedure stilistiche, chiedendo contemplazione, curiosità, stati di coscienza spettatoriali inediti. (Roy Menarini)
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