SISSIGNORE di Ugo Tognazzi

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Sissignore comincia subito con un paradosso, il “cumenda” che intima all’autista di lasciargli guidare la macchina; dopo un disastroso incidente, sarà il sottoposto a prendersi la colpa. E quindi il carcere. Ma poi anche una finta moglie (amante del cumenda), un finto posto da amministratore delegato, dei finti fallimenti e dei finti guadagni, e così via. La storia immaginata da Tonino Guerra, Luigi Malerba e Franco Indovina è una metafora distopica dove la working class, titillata dal lusso e dal sesso, si lascia usare senza proteste. Uscito in pieno ’68, fu un esperimento a suo modo coraggioso, protagonisti un Tognazzi umilmente al servizio di sé stesso regista, una Maria Grazia Buccella d’accecante splendore e Gastone Moschin in versione ducesca. Il restauro della Cineteca Nazionale ha trovato sulla pellicola le impronte di varie censure: riemergono così brevi scene di nudo, l’insegna (grattata direttamente sul negativo) della Italcantieri, e la tirata di Tognazzi al varo, con il protagonista posseduto dal verbo neocapitalista e insieme schiacciato dal rimorso maoista. Recuperato pure, a metà film, l’intermezzo musicale a schermo nero con la canzone portante, poi ripetuta sui titoli di coda. D’altra parte, è un pezzo magnifico. Di Amurri-Pisano: Attimo per attimo. Dirige l’orchestra: Berto Pisano. Canta: Mina. (Alberto Anile)

Sissignore di Ugo Tognazzi è un restauro inedito realizzato appositamente dal CSC – Cineteca Nazionale nel 2023.

REGIA: Ugo Tognazzi
NAZIONE: Italia
ANNO: 1968
DURATA: 105′
CAST: Ugo Tognazzi, Maria Grazia Buccella, Gastone Moschin, Franco Fabrizi

Versione originale con sottotitoli

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