Regista, sceneggiatore e produttore, Marco Bellocchio è un protagonista imprescindibile del cinema italiano. Nato a Bobbio, nel piacentino, da un avvocato e un’insegnante, nel 1959 abbandona l’università a Milano, per trasferirsi a Roma e iscriversi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Si diploma in regia nel 1962, e quindi frequenta la Slade School of Fine Arts di Londra. Nel 1965, a ventisei anni, esordisce con I pugni in tasca, vincendo la Vela d’argento al Festival di Locarno. Due anni dopo, con La Cina è vicina, vince il Leone d’argento a Venezia. La contestazione politica, la critica nei confronti della società borghese, dell’educazione cattolica e delle istituzioni continua nei lavori successivi, Sbatti il mostro in prima pagina, Nel nome del padre e Marcia trionfale. Nel 1977 incontra lo psichiatra Massimo Fagioli e inizia a seguire i seminari dell’Analisi Collettiva, intraprendendo un percorso di cura e ricerca durato trent’anni che influenza il suo percorso artistico segnato da un’assoluta libertà linguistica e visiva, tangibile in opere quali Diavolo in corpo e La condanna, Orso d’Argento nel 1991 a Berlino. Negli anni Duemila L’ora di religione e Buongiorno, notte segnano il ritorno alla sua poetica più sofferta e personale. Nel 2011 riceve il Leone d’oro alla carriera a Venezia. Nel 2019 Il traditore riceve sette Nastri d’argento e sei Davi di Donatello. Nel 2021 commuove il pubblico del Festival di Cannes, dove riceve la Palma d’oro alla carriera, con il documentario Marx può aspettare.